Se dio vuole, il disordine non rientra tra i miei (tanti) difetti. Soprattutto non ho mai teso ad accumulare cianfrusaglie: tutt’al contrario, nel corso del tempo sono sempre stata orientata a liberarmi di tutti quegli oggetti non funzionali legati ad un ricordo anche positivo. Non ho neppure un quaderno di scuola, non una pagella, non un disegno. Ho un solo giocattolo (l’orsacchiotto Pippo) di quanto ero piccola. Ho buttato via tonnellate di fotografie, libri di scuola, vestiti, bomboniere: tutto il ciarpame che ha avuto una parte positiva nella mia vita, ma che col passare degli anni ha perso la sua funzionalità e avrebbe rischiato di essere soltanto un riempitivo.

La mia casa è linda e pinta: quasi “vuota”, ad indicare l’esistenza di spazio per nuovi oggetti. Tutto è nuovo: quello che è vecchio è stato regalato, utilizzato diversamente, o messo a disposizione di qualche mercatino di beneficienza. Le bomboniere di matrimoni e comunioni finiscono subito in qualche comparto del riciclo, spesso con i confetti. Giornali, riviste e paccottiglie pubblicitarie non superano la notte del loro ingresso a casa. L’accumulo dei sacchetti della spesa è scongiurato grazie all’uso delle borsine di stoffa; e, quando me le dimentico in auto, i sacchetti acquistati finiscono subito appallottolati nel bidone.

Nel dubbio se tenere o buttare, butto: la vita offre sempre l’opportunità di ritrovare, riacquistare, richiedere.

Su questo tema ho sviluppato un interesse che mi ha portato a raccogliere tante letture interessanti.

Via la polvere dalla casa e dalla mente, di Karen Kinston: un manuale di Feng-Shui utile a comprendere il legame tra oggetto conservato e il passato da cui tale oggetto proviene. Quando gli oggetti diventano troppi, e bloccano la nostra possibilità di aprirsi al futuro, è il momento di fare PIAZZA PULITA!

Tutto a posto! di Lissanne Oliver: un manuale pratico per alleggerire la propria casa, il proprio ufficio e la propria vita, buttando via tutto ciò di cui non si ha bisogno e gestendo con efficienza tutto il resto

Tengo tutto, di Randy O. Frost e Gail Steketee: un “romanzo scientifico” sugli effetti della disposofobia, utile a rompere il cerchio malefico dentro il quale finiscono prigionieri coloro che accumulano cose inutili in casa

Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa, di Mary Lambert: da una delle massime esperte di Feng Shui un libro che offre una ricca serie di consigli per liberare ogni ambiente dagli oggetti superflui.

Una casa perfetta di Shannon Lush e Jennifer Fleming: un manuale pratico fitto di consigli e suggerimenti sulla gestione della casa, senza neppure una illustrazione a colori, per non perdere tempo a sfogliare belle immagini, e correre subito a fare le pulizie!

Welcome Style, di Paola Marella: un volto noto della televisione dispensa semplici e gradevoli consigli su come riconoscere i diversi stili d’arredamento, e tra questi scegliere quello più congeniale alla propria personalità. Per non parlare dei tanti “casi difficili” risolti senza spendere troppo denaro e una sezione tutta da copiare su come fare tutto da soli, al meglio delle proprie possibilità economiche e abilità manuali.

Arredo casa disperatamente, di Paola Marella: un altro libro della star di Real Time, molto gradevole e utile, con un’ampia sezione dedicata alle ristrutturazioni perfettamente riuscite (“Prima e dopo”). Una piccola miniera di consigli preziosi, pronti da adattare al proprio spazio.

Come liberarsi dal superfluo e vivere felici, di Brooks Palmer: il disordine e l’accumulo di cose superflue sono i più grandi nemici del cambiamento. Ripulire la nostra casa dal superfluo significa aprire le porte a nuove energie.

Space clearing, di Lucia Larese: il libro-racconto su come alleggerire la casa degli oggetti superflui per vivere la propria vita con maggiore leggerezza!

Il magico potere del riordino, di Marie Kondo: non riordinare un poco alla volta, ma tutto insieme, e operando per categorie, e non per stanze. Questo il segreto di un riordino destinato a durare per sempre, liberandosi dall’effetto boomerang.

La forza del disordine, di Eric Abrahamson e David H. Freedman: siamo proprio sicuri che l’ordine sia sempre e comunque meglio del disordine? L’esperienza quotidiana, l’economia e la vita sociale ci offrono molte esperienze che sembrano dirci il contrario. Misuriamo dunque i costi dell’ordine, e interveniamo finché essi non diventano pià alti rispetto ai benefici ottenibili. Anche all’ordine c’è un limite!

Homer & Langley, di E.L. Doctorow: un classico della letteratura americana dedicato alla storia (vera) dei fratelli Homer e Langley Collyer, che trascorsero tutta la loro vita adulta dentro la casa di famiglia, riempiendola di 140 tonnellate di “roba”: giornali e riviste, copertoni d’auto, grammofoni, candelieri, una Ford T, passeggini, cucine elettriche e tantissimo altro ciarpame sotto il quale, purtroppo, trovarono la morte. Al nome di questi due fratelli è associata la sindrome della disposofobia, ovvero la sindrome da accumulo di oggetti. Un romanzo di grandissimo livello lettrario, piacevole da leggere.

Dan-Sha-Ri, di Hideko Yamashita: buttare via cò che non rappresenta più il nostro io attuale, evitare l’acquisto di oggetti inutili, rimettere in circolo tutto ciò che non ci piace più ma che può piacere ad altri: queste le tre operazioni che compongono il circolo virtuoso del riordino per sempre. Un riordino che parte non dagli oggetti ma dalle persone che siamo diventati, e che chiama in causa prima di tutto la nostra interiorità.