Oggi ho proprio bisogno di lustrarmi gli occhi con un po' di sano marketing: perché ci sono giornate nelle quali le riunioni scorrono piacevolmente, e ci sono giornate nelle quali si fa più fatica a riconoscere nell'interlocutore che si ha davanti la persona con la quale condividere valori, intendimenti e passioni professionali. Tutto normale, direte voi. Certo, dico io. Tutto normale: peccato però che la normalità porti a volte con sé un grande spreco di energie, che potrebbero più utilmente essere indirizzate verso il raggiungimento di obiettivi operativi. A vantaggio delle persone, a vantaggio dei cittadini.
Eh insomma. Tiro un respiro di sollievo, mi dico "bene, andiamo avanti", e mi porto a casa quel fagottino di distress che avrei preferito non dover portare con me a casa questa sera. Dunque, parliamo di sano marketing, ed in particolare di quella famosa "quinta P" (People) che va aggiunta alle prime quattro (Price, Placement, Promotion, Product), che rappresentano i capisaldi dello stare sul mercato.
Le persone sono sempre in grado di fare una enorme differenza: con la loro passione, la loro intelligenza, il loro entusiasmo, la loro voglia di condividere, il loro sorriso. E anche – a volte – con le loro fisime, le loro picche, le loro astiosità.
Purtroppo i metodi tradizionali di selezione del personale non riescono a valorizzare le attitudini positive, preferendo muoversi sul fronte più rassicurante della verifica del possesso di competenze tecniche. Ma il saper fare da solo, non supportato da un adeguato saper essere e saper diventare, può fare più danni della grandine in un giardino di pansé.