Un giorno per chi lotta con coraggio, è il nostro giorno, è il primo maggio Sono andata a ricercare su Youtube la canzone di Giorgio Gaber Il nostro giorno, che ad ogni primo maggio mi piace riascoltare, perché contiene in sé tutti gli ingredienti di questa festa: l'orgoglio nei confronti del lavoro, assieme all'esigenza di difenderlo e tutelarlo.
In un momento come questo difendere il lavoro (il lavoro dipendente e il lavoro da intrapresa) appare essere una priorità assoluta. Passiamo per il centro di Cascina, e vediamo ormai una città stravolta dalle chiusure delle botteghe artigiane; nessuno produce più quei mobili sui quali la città ha costruito la sua storia e la sua identità più genuina. Quel che rimane delle antiche mostre, scintillanti di lampadari a goccia, è una teoria impolverata di spazi bui e vuoti, destinati presto a diventare vittima di vandalismi.
Anche il corso principale soffre dei tanti esercizi commerciali ormai chiusi; le cineserie hanno fatto la loro comparsa accanto alle botteghe di sempre, e qualche bottega di sempre non c'è più.
Se da un lato la rinuncia agli eccessi del consumismo è da considerarsi il prodotto buono di questa crisi, dall'altro siamo tutti attoniti di fronte a questi cambiamenti, senza riuscire a trovare nuove ricette che ci permettano quel colpo di reni necessario per andare oltre l'orizzonte.