Oggi ho firmato la petizione promossa da Ferite a morte per la convocazione degli Stati Generali contro la violenza alle donne: sono già oltre 30 le donne italiane uccise nei primi mesi dell'anno, ed in questi ultimi giorni si è registrata una vera e propria escalation (Bari, Roma, Ostia, Livorno). La violenza maschile sulle donne non è una questione privata, ma politica, caratterizzandosi come un problema da affrontare strutturalmente, piuttosto che come l'effetto drammatico di imprevedibili inadeguatezze individuali.
Gli uomini non sono capaci di rapportarsi correttamente alle donne che pensano con la loro testa. C'è bisogno di una straordinaria azione educativa, che coinvolga non solo le persone comuni, ma chiami in causa i giornalisti nell'uso non sessista del linguaggio, le forze dell'ordine e la magistratura nell'acquisizione di un punto di vista di genere in grado di aiutare le istituzioni a "leggere" correttamente questi fenomeni violenti.
C'è bisogno di un forte investimento sui centri anti-violenza, che non possono sostenersi con il solo volontariato delle donne, e c'è bisogno di ratificare la Convenzione di Istanbul del 2011, che punta sulla prevenzione della violenza contro le donne.
Pensiamo alla violenza delle reazioni agli interventi della Presidente della Camera Boldrini, in materia di violenza in rete; pensiamo a come è stata trattata la neo-ministra Kyenge: la cultura misogina, becera e sessista, impera nel nostro paese. Nonostante le tante donne intelligenti che lo abitano e che crescono i maschi. Meditiamo, gente. E firmiamo.