Pietro Trabucchi
Resisto dunque sono. Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress

Milano, Corbaccio, 2007

 

Il vecchio adagio sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto ci aiuta a capire con semplicità ciò che le neuroscienze hanno acclarato: ovvero che le persone non sono stressate dagli eventi in sé, ma dal modo in cui interpretano tali eventi e da quanto si pensano capaci di farvi fronte.

Di fronte ad un insuccesso, possiamo dare la colpa alla mancanza di talento o alla crudeltà del mondo, consolandoci  e proteggendoci dall’impegno e dalla fatica che la responsabilità porta con sé. Saremo in grande compagnia, ma non andremo molto lontano. Oppure possiamo attribuire l’insuccesso al fatto di non essersi impegnati abbastanza e nel modo giusto, mettendo in salvo le aspettative di successo per il futuro. Saper incassare, stringere i denti, incamerare le delusioni e ristrutturare cognitivamente le sconfitte perseverando sono gli ingredienti salienti della resilienza.

 

La frase da ricordare:

“Di fronte a un problema posso focalizzarmi sull’immensità della mia sfortuna; oppure sulle risorse che dispongo per tentare di risolverlo” (p. 29)

 

Perché questo libro può interessare ai bibliotecari:

All’epoca della crisi, quando tutto viene descritto in chiave negativa, e niente sembra funzionare, i bibliotecari possono scegliere di abbandonarsi alla corrente, oppure possono provare a indossare “occhiali interpretativi” orientati a riconoscere la responsabilità personale nel fare la differenza, adottando modelli di speranza in grado di proteggere la persona dalle “proliferazioni mentali” che trasformano le situazioni in problemi.  

Interrompere gli automatismi negativi e creare nuove strutture neurali opposte alle precedenti routine permetterà di consolidare quelle esperienze di padronanza della situazione che elevano il senso di controllo ed innalzano la fiducia nella propria autoefficacia.