Eccoci di nuovo in pista: la piccola sosta di questo fine settimana allungato crea qualche problema di “impatto”, ma già dopo i primi minuti di rientro in servizio la situazione si normalizza: telefono squillante, computer lampeggiante, telefono bollente. Insomma, tutto è ritornato a splendere come al solito.
La giornata è davvero intensa e fruttuosa. Tutta una serie anche importante di obiettivi vengono raggiunti, e la mia Todolist giornaliera si svuota rapidamente.
Dedico una piccola parte del tempo a dare gli ultimi ritocchi al testo del programma di attività della rete di cooperazione interbibliotecaria REDOP, che tra qualche giorno sarà inviato alla Regione Toscana per l’accesso al finanziamento.
Una volta completata e revisionata la stesura dei contenuti, il mio ultimo compito è quello di “addobbare” il testo con una ricca serie di immagini evocative, nell’intento di abbellirlo e soprattutto renderlo più convincente agli occhi dei valutatori.
Ricordo con grande lucidità il caso di un importante progetto che stesi praticamente da sola, e che portò all’ente per il quale lavoravo una quantità esorbitante di denaro: sono convinta che Ho sempre avuto la convinzione che una parte del merito sia da attribuire alle figurine che avevo inserito all’interno del progetto, per accompagnare le informazioni.
Voglio sperare che anche questa volta il plus rappresentato dagli addobbi abbia la forza di mettere in valore i contenuti programmatici, che sono decisamente buoni.
Dunque, qual è il gioco tra sostenza e apparenza? Può l’apparenza aiutare e sostenere la sostanza? In effetti credo proprio di sì.