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Trasloco felice = decluttering!

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16 Giugno 2018

La prospettiva del trasloco nella nuova casa mi impone di agire con la strategia di un generale prussiano e la tattica delle migliori eminenze grigie alla corte dei reali francesi: la parola d'ordine è DECLUTTERING. Ovvero, liberarsi di tutti gli oggetti inutili prima di procedere con l'imballaggio delle cose da trasferire nella nuova casa. Buttare via, regalare o vendere al mercatino di Facebook tutto quello che nel corso del tempo ha avuto il suo perché, ma che ora ha cessato di portare benefici nella mia vita: dai libri su argomenti di cui non ho più intenzione di occuparmi agli acquisti impulsivi in materia di abbigliamento, dai regali che non rispondono ai miei gusti, ma che sono stati graditi almeno nelle intenzioni, fino ad arrivare ai "doppioni" di oggetti già presenti in casa. 

E' del tutto irrazionale destinare tempo, fatica e soldi per trasferire nella nuova casa ciò che sono certa non sarà usato, non sarà amato e non avrà un posto tutto suo da cui condividere la sua vita con me. E proprio per questo non voglio commettere, a questo trasloco, l'errore fatto in occasione del trasloco precedente, quando – anche in ragione dei tempi piuttosto ristretti – inscatolai armi e bagagli in quattro e quattr'otto, senza selezionare alcunché, per poi ritrovarmi con armadi pieni di vestiti di taglia diversa da quella attuale, scaffali stracolmi di libri dell'epoca dell'università e una vetrina con bicchieri non tutti perfettamente multipli di 12.

In questi anni, devo ammettere, qualcosa ho fatto per ridurre la quantità di oggetti all'interno della casa: nessuna bomboniera, dico nessuna, staziona più di 12 ore in soggiorno, ma passa a miglior vita assieme ai suoi confetti prima ancora che il matrimonio sia consumato. Le tante collezioni di ninnoli hanno trovato la via di Alia, i vestiti di taglia 42 sono passati ad un'amica capace ancora di entrarci, tutti i libri di filosofia sono finiti in una libreria dell'usato, tutte le fotocopie di articoli accumulate negli ultimi quindici anni si sono fiondate dentro i grandi sacchi della raccolta differenziata, mentre ancora la cancelleria, in tutta la sua strabocchevole quantità, attende di essere passata al setaccio per una operazione di distribuzione su piazza che la porterà sicuramente un po' in ufficio e un po' a casa delle amiche più strette.

In più, rispetto al trasloco del 2012, gli oggetti legati alle nuove abitudini di questi ultimi anni: i tantissimi materiali utilizzati per i lavori di scrapbooking e decorazione (bottoni, washi tape, carte decorate, gomma crepla, perline e fustelle come piovesse), i tantissimi regali acquistati in anticipo, approfittando del caso o di buone occasioni per acquistare qualcosa di veramente adatto ad amici e parenti, e che raccolgo scientificamente in contenitori di plastica numerati e catalogati (sono una bibliotecaria!), per poi tirarli fuori al momento opportuno, senza bisogno di correre a destra e sinistra per adempiere al compito dell'omaggio. Le copie dei miei librini, che regalo agli ospiti quando vado fuori sede a tenere corsi e conferenze, e i materiali della Biblioteca San Giorgio, che porto con me in valigia per poter lasciare ai miei colleghi qualche piccolo ricordo della mia esperienza professionale, a titolo di benchmarking. Gli scatoloni di addobbi natalizi che si sono moltiplicati da zero in questi sette anni, visto che nella casa precedente non ho mai fatto l'albero di natale, e invece a Pistoia comincio a decorare casa subito all'Avvento. I libri su Pistoia e dintorni: tantissimi, comprati e ricevuti in regalo in questi anni di amore per la mia nuova città. Il bilancio dei libri è sicuramente in attivo rispetto al 2012: per quanto alcune centinaia di libri abbiano lasciato il viale Adua verso nuovi destini, gli acquisti sono stati tanti: complice la semplicità del clic su Amazon Prime, e l'assenza di remore per la gratuità dei costi di spedizione.

Il trasloco questa volta sarà sicuramente più complesso, ma per fortuna potrà svolgersi in tempi molto più lunghi, e quindi – grazie alle piccole dosi – potrà essere una esperienza se non positiva, almeno non completamente disastrosa.

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MariaStella
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